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Appunti e cenni storici di navigazione

- dal diario di bordo di un giovane imbarcato su una fregata nel 1844 -

 

“Eravamo da quattro giorni sull’ancora …
si videro una quantità di fanali, e poco dopo distinguemmo
che erano di posizione di qualche squadra;
noi alzammo i nostri, e, dopo poco, in effetti il fischio de’ guardiani,
le altezze delle vele che di lontano cominciammo a distinguere,
ci accertarono che la squadra inglese era giunta.
Il tonfo delle ancore succedevasi, ed i fischi faceano accorgere
che mettevano in assetto le manovre.
… questa bella squadra, composta da
tre vascelli da 120 ciascuno e gli altri cinque da 80.

Qualche appunto, qualche cenno storico, ricavati da un diario di bordo scritto da un giovane imbarcato su una fregata nel 1844. Ci sono soprattutto notizie relative ai vari Arsenali che lo stesso ha potuto visitare, ma riporto anche alcune notizie di navigazione che ti possono far comprendere meglio la vita di bordo e come si navigava a quel tempo.

Di prassi questi diari venivano tenuti con molta cura dagli Allievi e spesso riportavano anche delle immagini, figure e disegni fatti a mano dallo stesso ragazzo che redigeva il diario stesso.
Annotava inoltre ogni particolare sia per acquisire la pratica, che per poi mettere a conoscenza, infatti spesso le pubblicazioni di tipo nautico erano poco dettagliate e soprattutto erano scarse. Così i giovani imbarcati aggiungevano anche tabelle, calendari, schemi di calcolo, annotazioni, cose molto utili per i successivi Comandanti. Spesso segnalavano dettagliatamente anche i contorni dei Capi, delle coste e l’aspetto delle isole.

 

In particolare, da questo specifico diario, possiamo dedurre una serie di piccole informazioni, molto interessanti, che adesso riporto in questa pagina web.

 

Informazioni generali.

In porto si veniva condotti da un pilota di porto. Guidati spesso da un piroscafo.

Con un vento favorevole la fregata riusciva a fare le sette miglia all'ora.

Una piccola località, che all'apparenza era insignificante, viene descritta come molto importante per i velieri dell'epoca grazie alle manifatture di cotone. Lì inoltre i bastimenti sapevano di poter acquistare delle ottime vele.

Anche New Diep sarebbe un luogo del tutto trascurabile, ma la sua posizione marittima l’ha reso uno dei luoghi dove maggiormente l’Olanda riunisce le sue forze navali, perché qui si può trovare quello che serve per armare un considerevole numero di vascelli.

Altre piccole note degne di interesse.

 

Durante la navigazione, dopo aver lasciato il Mediterraneo, l'allievo si accorge che la differenza tra la stima ed i punti ottenuti con le osservazioni astronomiche "inizia a farsi sentire".

Raggiungono le Canarie dopo 7 giorni di viaggio e, non avendo alcuna conoscenza del luogo, né alcuna carta (nautica), sono costretti ad ancorare in attesa della "persona pratica del luogo". Il Comandante pertanto si mette al traverso e il giorno successivo dirige verso l'isola di "Teneriffa".

 

Nella Baia di S. Matteo, a circa 100 miglia dalla costa, il marinaio nota che ci sono degli isolotti e molti frangenti, con numerose secche che li circondano. E' molto pericoloso avvicinarsi, tanto che "le navi le hanno imposto il nome di Abrolhos" (apri gli occhi).

La nave si inoltra verso il luogo dell'ancoraggio. Si dirige verso un albero di cocco "ch'è un punto di rilevazione" e, rilevato il "punto per Tramontana", la lanterna del molo e i campanili di Nostra Signora del Rosario (a ONO), danno fondo in rada a Pernambuco.

Controllano gli scandagli della baia della città specialmente dove le navi potrebbero incorrere in "pericolosi inganni" e ne scoprono molti che coincidono con quelli che leggono "sulle carte inglesi". Utilizzano il compasso di Schmalcalder nei punti più sporgenti della costa per poter correggere e rifare una carta più esatta possibile e che facesse da guida in una futuro entrata nel porto.
La sosta dura 50 giorni, alla fine dei quali si fanno le provviste di viveri "ed acquata" e si decide di partire il 26 dicembre.

 

Durante la navigazione un uomo cade in mare. Il tempo è avverso, il mare grosso e con vento e all'improvviso sentono un grido di spavento: "uomo in mare". Ci descrive brevemente la scena annotando sul suo diario che:
Si orza alla banda imbrogliando il trinchetto, mentre alcuni coraggiosi marinai mettono in mare una lancia. In mezzo "a lave di bianchissima schiuma" si vedeva ogni tanto un agitare di braccia che "annunciavano, per pochi momenti, dove quel misero lottava vigorosamente col mare".

 

Altri controlli vengono eseguiti costantemente, durante la navigazione, per conoscere la situazione in cui si trovavano. In uno di questi dice che scandagliano il fondo e, avendo seguito perfettamente i calcoli astronomici, gli scandagli danno 70 passi di arena e conchiglie.

Un altro scandaglio, in un'altra occasione, dà 17 passi di fondo. Incontrano poi una nave con bandiera argentina ed inviano una lancia con un Ufficiale per chiedere loro notizie e soprattutto per poter disporre di un pilota locale. La lancia torna a bordo con un marinaio esperto pilota del luogo, che rimane a bordo fino all'ancoraggio. Durante la notte il fondo viene sempre controllato ogni mezz'ora. Il pilota di porto ha disposto di essere subito avvisato al raggiungimento dei 12 passi, al fine di modificare la rotta e le manovre.

 

Il giorno 31 alle 5, l'ancora lascia il fondo della Baia di New York e la fregata esce dal porto rimorchiata da un piroscafo. Si dirigono verso Narrows e, passando sotto Staten Island, vedono la corvetta Vincennes e il vascello Colombo, pronti per far vela.
Non essendoci vento, vengono rimorchiati oltre lo Ship-Light, dove salutano il pilota e il vapore.

 

Si accorgono che c'è una grossa corrente perché notano una disparità tra i punti osservati e quelli stimati. Il giorno 18 si trovano a 39 miglia più a Levante della stima fatta. Dato che la differenza è molto sensibile, credono di aver fatto qualche errore nei calcoli astronomici, ma in 27 ore si trovano distanti dalla stima di 48 miglia.

 

All'arrivo in porto rendono i saluti con i 21 colpi di cannone ai quali, dal porto, rispondono con altrettanti colpi.

 

Raggiungono la Schelda. Incontrano una galeazza che si avvicina e chiede se hanno bisogno di un pilota per raggiungere Flessinga o le "imboccature" del fiume. Così sale a bordo uno dei piloti ed attendono che faccia giorno per dirigere verso Flessinga.
La consuetudine in questa zona è che i piloti inviano una colomba fino al pilotaggio di Anversa, questo per comunicare che nel fiume c'è un bastimento da guerra che abbisogna di un piroscafo per ancorare ad Anversa. La fregata viene così ancorata a Berlands in attesa del piroscafo richiesto. Increduli sull'utilità delle colombe - corriere, quando i nostri marinai incontrano un Capitano di un vapore postale inglese gli chiedono che, una volta arrivato ad Anversa, porti la notizia che loro sono lì in attesa e che hanno premura di raggiungere la meta.
L'avanzamento avviene poi solo fino a Terneuzen, grazie a ben due piroscafi, perché devono attendere l'arrivo del vento favorevole che permetta di arrivare davanti a Flessinga.

 

Gli viene comunicato che la Regina d'Inghilterra il giorno 10 sarebbe arrivata ad Anversa. Allora i marinai vengono chiamati in coperta per salire sui pennoni. Appena il "vapore yacht" della Regina, Victoria and Albert, giunge al loro traverso, velocemente si schierano e fanno le "solite invocazioni". Contemporaneamente i cannoni di bordo rimbombano nella città di Flessinga, ai quali rispondono quelli delle fortezze, per salutare la Regina ed augurarle un viaggio felice.

fanale di veliero antico

fanale di un antico veliero
(da notare l'altezza)
- entra appena nella stanza del museo -

 

veliero antico

un modellino

Uno degli scopi della sua crociera d'istruzione era anche quello di osservare ed imparare, e perciò erano previste anche visite nei grandi arsenali marittimi che si incontravano lungo la rotta prevista della fregata. Per questo nel suo diario ne descrive diversi.

 

Gli Arsenali.

Il primo arsenale che visita è l'Arsenale di marina appartenente allo Stato di New York.
E' il secondo degli Stati Uniti. Nell'arsenale erano presenti alcune navi, tra queste: il North Carolina da 100 cannoni, la Macedonia da 64 cannoni, ed il Colombo da 100, pronto per partire per le Indie assieme alla Vincennes da 26.

Il ragazzo accenna al primo bastimento a vapore, il Clermont. Dice che da allora, in 35 anni, si è fatto molto progresso, perché era stato costruito un vapore molto grande, grande quanto l’Empire, di lunghezza 330 piedi, che giornalmente fa la traversata New York - Troy e non impiega più di 14 tonnellate di carbone in 10 ore. E' dotato inoltre di "ampiezza e perfettissima decenza" e sono ammessi passeggeri di qualsiasi classe.

 

 

A Boston, prima visita il magazzino dei bozzelli, e poi si avvicina a quattro grandi tettoie, le due prime con vascelli da 100: il Virginia ed il Clermont, pronti per essere varati, gli mancava solo il calatafaggio. Le due altre tettoie erano invece occupate da lance che dovevano essere sistemate e c'era qualche piccolo bastimento.
All'interno rimane colpito dal lavoro svolto da una macchina a vapore da 50 cavalli. Questa serviva per incatramare, ma anche per "dare moto a tutto lo stabilimento".
I bozzelli e i cavi di Boston prodotti qui vengono spediti in tutti gli arsenali degli Stati Uniti.
Ancorata dinnanzi all'arsenale c’è la fregata a vapore Mississippi con le macchine da 600 cavalli ed aggiunge che è armata con 10 pezzi da 60.”

 

 

L'arsenale di New Diep è il secondo tra quelli Olandesi.
Possiede grandi magazzini per gli armamenti dei vari bastimenti, ha grosse baracche piene di legname, di alberature, di colori, di sartiame e di bandiere. Nel "magazzino di alberatura" c'è tutto il necessario per il mantenimento, tutto viene mantenuto bene, viene unto di olio giornalmente e nel magazzino tutto è ben conservato ed ogni pezzo è ordinatamente suddiviso. Il legname conserva un perfetto stato di flessibilità e lucidezza e quindi chiaramente è perfetto per l'uso in qualunque momento.
Nella ribazza degli alberi di gabbia o di velaccio, scrive che, nota una doppia scannellatura, dove verranno fatte passare " i mezzi e le drizze" al fine di ottenere un agevole passaggio per gli imbrogli di gabbie.
Proseguendo nel giro, passata una grande ferreria di 40 forge, osserva il lavoro di una macchina a vapore fatta a Liegi, con la forza di 48 cavalli, che con 9 grandi stantuffi riesce a "sgottare" il bacino lì vicino.
In questo arsenale sono anche presenti tre vascelli antichi, tre fregate da 44 ed una corvetta da 36, due più piccoli ed un’altra fregata da 44. L'allievo osserva che questi bastimenti sono tenuti con la massima cura e sono conservati sotto le tettoie.

 

L'arsenale di Amsterdam.
Ha una gran sala che custodisce con ordine una numerosa collezione di antiche bandiere. Sono le bandiere delle nazioni dei bastimenti conquistati nel corso delle guerre più antiche.
Ci sono due grandi vascelli in "sgaro"; la costruzione di uno di questi era stata iniziata nel 1823, mentre l'altro è più recente. Numerosi altri "legni" sono lì in costruzione, tra questi tre fregate da 44, una corvetta da 36 ed un brigantino da 24.
Ci sono 13 tettoie, quasi tutte capienti per vascelli, anche se quel giorno ce ne sono presenti solo 3, una fregata da 44 ed una goletta.
Già in mare ci sono invece due fregate; una di queste, l’Ippomene, che era destinata come bastimento di guardia, ed aveva una capacità di 100 soldati di marina.
Vicino alla fregata ci sono due grandi vasche per riporvi il legname da stagionare, e nei pressi si trovano tre grandi tettoie piene di altro legname. Questo legname serviva per le navi di grossa portata (fino a 24 cannoni) che, in caso di guerra, potevano essere subito approntate per la partenza.

 

I bacini di Anversa.
Il nostro marinaio ci racconta un po' di storia ed afferma che Napoleone, al tempo in cui possedeva questo paese, decise di creare qui uno dei più grandi "porto d'armata".
In soli tre mesi, nel 1803, a seguito dei suoi ordini, vennero scavati diversi punti per formare dei grandi bacini, indicati per vascelli di una grande forza. Nel 1806 erano così presenti due bacini, nei quali potevano stare rispettivamente 12 e 40 vascelli.
La loro posizione è molto strategica. Sono vicini alla Schelda, e così, grazie alle chiuse, si può facilmente allagare il bacino in modo da portarlo allo stesso livello del fiume.
Nel 1813 vennero qui varati 30 bastimenti di linea. Tra questi c'era un vascello da 120 cannoni. Ora questo arsenale è purtroppo regredito, tanto che il bastimento più grande presente è un brigantino da 18 unitamente a diversi bastimenti mercantili.

L'arsenale di Flessinga.
Ci sono due canali che conducono all'arsenale. Il primo canale è utilizzato principalmente dai bastimenti mercantili, anche se viene percorso anche dai bastimenti da guerra che sono nell'arsenale, che è il quinto in Olanda.
Il secondo canale è stato fatto nel 1688 ed è ad uso esclusivo della marina da guerra; è fornito di apposite chiuse che impediscono all'acqua di uscire quando c'è bassa marea.
Verso il fondo di questo canale ci sono due grandi tettoie che servono per la costruzione dei vascelli. Durante la sua visita dell'allievo queste sono occupate dal vascello De Ruyter da 84 e da una corvetta. Lì vicino ce ne sono altre due più piccole, che servono per i bastimenti minori, e lì si trovano una goletta ed un brigantino. Camminando all'interno dell’arsenale ne vede altre 8 piccole, indicate per le cannoniere.
Afferma che è molto ben conservato, ma è in disarmo. Dice che c'è un vascello che assomiglia ad una fregata. In mare ci sono altri cinque bastimenti: una fregata da 60, due da 44, un brigantino da 18, ed una corvetta da 22. Per finire vede anche una fregata, La Mose, perfettamente armata, "per bastimenti di guardia, e per completare le ciurme dei bastimenti nel caso che qualche altro bastimento s’armasse."
Nota anche che i magazzini dei bozzelli, delle attrezzature, degli ormeggi e del colore sono tenuti molto bene.

 

L'arsenale di Portsmouth.
Con un permesso dell’Ammiraglio visita anche questo arsenale, del quale ci dà una lunga descrizione.
Ci spiega anche che l'Inghilterra possiede 671 bastimenti e qui ce ne sono 115 tra quelli in costruzione e diversi altri in "mezzo armamento". Tra questi vede 12 vascelli da 120.
Le navi in costruzione, e quelle abbandonate, sono così ben coperte da lunghi scali, che sembra impossibile siano lì anche da 20 anni.
Il giovane sale a bordo di una fregata a vapore, il Centauro, da 54 cannoni, ed esamina le "belle curve tutte di ferro" e i 26 cannoni di grosso calibro.
Nota che è necessaria poca gente per far funzionare l'arsenale, e questo avviene grazie all'uso di una macchina a vapore.
Visita diversi magazzini e vede dei bei vascelli in costruzione. Vicino a questi osserva anche che ci sono dei nuovi bacini per vascelli grandi, da 120. Ce n'è uno proprio lì, da 120 cannoni del calibro da 68, la cui poppa dimostra i suoi scopi guerrieri, ed ha cinque ordini di batterie. E' il vascello Nelson.
In un vasto recinto sono custodite elegantemente 400 ancore, tutte messe in ordine. Lì vicino c'è un albero di un bastimento dal quale, per mezzo di catene, partono due grandi "caprie", che servono per alberare i vascelli e per imbarcare le ancore.

veliero antico museo navale venezia

 

un modellino

 

 

 

veliero antico museo navale venezia

 

la prora e il bompresso di un modellino

L'arsenale di Plymouth.

In una stanza, dell'arsenale di Plymouth, c'è una "piccola macchinetta", mossa sempre dal motore a vapore, grazie alla quale si intrecciavano sagole per bandiere. Il giovane rimane stupito, e dice che "in una corderia a mano, vedemmo riuscire i cavi egualmente bene di quelli che, in ogni altra a vapore, avemmo occasione di osservare".
Il numero di bastimenti destinati a questo arsenale è di 96. Un vecchio vascello da 84 ha una "alta capria" fissa al suo bordo e questa serve per alberare tutti gli altri bastimenti. E' presente anche l’Armada, un vecchio vascello fatto a Sheerness, a ricordo della vittoria sugli Spagnoli. Anche il vascello San Giuseppe è lì conservato per ricordare il momento glorioso in cui lo tolsero agli Spagnoli.

 

L'arsenale di Brest.
Qui la sosta in arsenale è più lunga perché la fregata del nostro giovane abbisognava anche di lavori.
In attesa di entrare in bacino, i marinai si occupano dello sbarco delle catene, delle ancore, artiglieria e di una parte delle vele, vuotando anche l'acqua custodita nelle casse di ferro. A bordo salgono 120 maestri calafati per mettere in ordine i trimani ed i controtrimani, e la marineria si occupa intanto di appoppare la fregata, e vengono così portati tutti i cavi e le palle verso poppa.
L’arsenale di Brest è fornito di 6 bacini. Ciascuno può contenere un vascello a tre batterie. Nel più antico di questi, che rammenta l’epoca di Luigi XIV, viene destinata, ed entra, la loro nave su ordine del Prefetto del dipartimento.
Si deve attendere però la bassa marea per iniziare a puntellare la fregata, e ci vollero 8 ore. Diminuita totalmente la marea, al suo minimo, la paratia del bacino viene fatta scendere. Solo il giorno successivo si può iniziare a svuotare completamente il bacino con l'uso delle pompe.
L’arsenale è formato da un largo canale che raggiunge i 100 piedi. Sopra le vaste banchine ci sono diversi cannoni ed ancore. I bastimenti in disarmo sono conservati in mezzo al canale, e tra questi c'è la fregata Jeanne d’Arc utilizzata come nave scuola per i marinai. Ci sono anche tre vapori da 540 cavalli, il Colombo, il Magellano, il Canada che sono armati ciascuno con 22 cannoni Paixhans da 30.
Esiste una ferreria da 60 forge, che utilizza 4 martelli. Le ancore e la veleria, non sono inferiori a quelle inglesi, mentre la "bozzelleria" e il tornio sono in cattivo stato. L'allievo nota che le seghe e le pialle, presenti in altri magazzini, sono mosse dal vapore. Vede anche una macchina per fare sagole, che si dice fosse venuta dall’Inghilterra, ed un’altra simile ma fatta invece in Francia.
Ci sono diverse vasche che contengono i legnami da stagionare, e nei magazzini corrispondenti si trovano quelli già segati. Per quanto riguarda le tettoie per lance, per botti e sartie, ne vede una quantità molto grande, come pure sono numerose quelle per i viveri.
Ci sono sei cantieri da un lato, e quattro dall’altro; in questo arsenale hanno 3 vascelli in costruzione, quattro fregate da 60, due corvette, ed un vapore uguale al Canada da 540 cavalli con 22 cannoni da 30. A suo parere, il più bello dei vascelli che vede è il Valmy da 120, sia per le sue belle forme, sia per la precisione con cui lo stanno costruendo.
Una volta eseguiti i lavori, pronti di ogni cosa necessaria per uscire dall’arsenale, imbarcate le vele, le ancore, le batterie e fatta l’acquata, il 12 ottobre, guidati da un Tenente di Vascello addetto al Porto, la fregata con a bordo il nostro allievo, riprende la navigazione.

 

L'arsenale a Tolone.
Colpisce il fatto che la città è molto fortificata, con le doppie mura, e questo a causa del suo vasto arsenale.
Ci spiega che è il luogo dove Napoleone cominciò la sua "carriera". I superbi stabilimenti di marina, i bacini di carenaggio, il grandioso arsenale, i vasti bagni ... l'arsenale, per la sua grandezza, può contendere con quelli dell'Inghilterra.
Ci sono grandi vascelli e numerose fregate a vapore pronte ad armarsi. E' presente anche uno stabilimento di pompe per incendio, pronte assieme a tutti gli attrezzi corrispondenti come arpioni, pale, secchie, ecc. ... fra le pompe ce n'è una nuova che in un minuto primo gettava 1.000 kg di acqua.
Si recano a visitare la sala dei modelli e vedono diverse specie di "stopier", di caprie mobili e fisse, di mezzi di alaggio dei bacini e possono osservare la "pratica" di poter sollevare, o mettere in verticale, un bastimento nel caso in cui fosse "caduto" lateralmente.

In un'altra occasione, scrive che dopo aver lasciato il pilota pratico, che maneggiava assai bene la fregata tra i numerosi banchi, sceso nei pressi dei banchi nelle acque Outer Bun, rimane a bordo comunque il "pratico delle coste".

Grazie alle osservazioni astronomiche sanno di essere a 48 miglia da Dover. A circa 6 miglia vedono lo ship-light e sono contenti perché possono verificare che i "cronometri" sono perfettamente regolati e le osservazioni sono state fatte molto bene.

C'è una bella descrizione di una "squadra navale" che riporto così come scritta dall'allievo:
“Eravamo da quattro giorni sull’ancora … si videro una quantità di fanali, e poco dopo distinguemmo che erano di posizione di qualche squadra; noi alzammo i nostri, e, dopo poco, in effetti il fischio de’ guardiani, le altezze delle vele che di lontano cominciammo a distinguere, ci accertarono che la tanto aspettata squadra inglese era giunta. Il tonfo delle ancore succedevasi, ed i fischi faceano accorgere che mettevano in assetto le manovre.
… questa bella squadra, composta da tre vascelli da 120 ciascuno, che erano il Trafalgar, il Queen, il Saint Vincent e gli altri cinque da 80, il Rodney, il Superb, il Vanguard, il Canopus, l’Implacable al comando de’ quali vi era il Vice Ammiraglio Parker.”

 

Durante una delle tratte il vento è favorevole e ci informa che hanno raggiunto i 9 nodi di velocità.

Successivamente incontrano in rada la Iphigenie. Si tratta di una fregata da 60 che è utilizzata per l'addestramento dei cannonieri e dei marinai. Il saluto, contraccambiato da questa fregata, è fatto dai soliti 21 tiri a salve.

Incontrano una barca turca che aveva issata anche la bandiera dell'equipaggio della fregata. E' infatti a bordo il console generale, il signor Giacomo De Martino. Lo stesso fa visita agli allievi e ne approfitta per chiedere se abbisognano di qualcosa.
Parla con il Comandante e poi sbarca per tornare sulla nave turca. Nel fare questo viene salutato con 9 colpi di cannone.

Quando giungono al traverso di Cepet, per ancorarsi alla Gran Rada, trovano già le navi della squadra francese. Ci dice che è composta da 6 vascelli da 100 e uno da 140, l'Ocean. Segue lo scambio di saluti.

veliero antico museo navale venezia

 

un modellino

 

 

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un modellino