I velieri sconfitti a seguito di una battaglia, in genere, avevano due possibilità di finire i loro "giorni":
1) il loro Comandante dava fuoco alla santabarbara (praticamente la parte di stiva riservata alle munizioni e le polveri), pur di non consegnare la nave ai nemici;
2) i vascelli che venivano catturati in combattimento, una volta riparati, riprendevano a navigare sotto la nuova bandiera.
Un aneddoto che riguarda una di queste navi.
Il vascello francese Duguay-Trouin riuscì a sfuggire agli inglesi nella battaglia di Trafalgar, ma fu poi catturato due settimane più tardi (dall'Inghilterra). Gli venne cambiato nome (Implacable) e rese il suo servizio per lungo tempo sotto la bandiera britannica.
Era stato "catturato" nel 1805, il suo varo risaliva al 1800, e durante la sua lunga "carriera" fu adibito anche a nave scuola. Quando venne deciso il disarmo, a causa delle eccessive spese di manutenzione, successe un fatto curioso.
Doveva essere affondato in mare aperto, alla maniera vikinga (ai re del mare doveva essere data sepoltura nelle profondità), il 2 dicembre 1949.
Fu rimorchiato perciò al largo di Portsmuth. A bordo erano state issate le "sue" due bandiere, quella di Gran Bretagna e quella di Francia. All'interno dello scafo erano state posizionate le cariche di esplosivo che vennero fatte esplodere ovviamente al largo. L'Implacable però si mantenne a galla per alcune ore prima di immergersi, "lento e maestoso, nei flutti turchini".
Tutte attorno c'erano le navi da guerra inglesi che rendevano gli onori militari "al vecchio combattente" di Trafalgar e di Capo Ortegal.
La lunga vita dei velieri.
Le navi attuali rimangono in servizio per circa 20 anni, poi vengono poste in disarmo.
Ecco alcuni esempi di velieri storici, che dimostrano quanti anni rimanessero in servizio queste affascinanti navi.
- il Royal Sovereign venne impostato nel 1635 e rimase in servizio fino alla fine del 17° secolo (una settantina d'anni);
- il Victory, varato nel 1765, è diventato nave ammiraglia a Trafalgar quaranta anni più tardi (21 ottobre 1805). Ed è ancora conservato come cimelio;
- il vascello spagnolo Rayo aveva cinquantasei anni quando partecipò anche lui alla battaglia di Trafalgar;
- il vascello francese Ocean, varato nel 1790, navigò sicuramente in squadra anche più di cinquanta anni dopo il suo varo.
il timone e la bussola
il ponte esterno
Notizie tratte dai viaggi di Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo.
... preparativi per il secondo viaggio di Colombo. Dovevano salpare diciassette vascelli e il Berardi fu incaricato di noleggiare un vascello di milleduecento tonnellate e di procurare 203.000 “arrobas” di biscotto da marinaio. Berardi e Vespucci per quattro mesi furono molto impegnati nei preparativi di questo viaggio di Colombo. Erano necessari: ingaggiare gli equipaggi, noleggiare le navi e armarle rifornendole anche di lance, spade, biscotto, vino, farina, olio, aceto e formaggio. Lo scopo della spedizione non era la scoperta di nuove rotte, ma la fondazione di una colonia. Servivano pertanto muratori, carpentieri, fabbri, operai, contadini oltre ad attrezzi e sementi. Era necessario anche costruire una chiesa ed inviare i sacerdoti, inviare anche i paramenti sacerdotali, un altare, un calice ed altri oggetti liturgici.
... uno sfarzoso matrimonio a corte, che andava ben oltre le possibilità economiche della Spagna in quel momento.
I monarchi emanarono quindi un decreto in cui concedevano ai delinquenti, a loro scelta, di essere liberati in cambio di un imbarco verso le Indie al seguito di Colombo. Gli equipaggi del terzo viaggio di Colombo si formarono così, ben presto, di gente che non aveva nulla da perdere. Il 3 maggio 1498 salpò da Sanlucar de Barrameda.
In genere i viaggi per l’America facevano sosta a Gomera che era un luogo ideale per approvvigionarsi di acqua, legna, carne, animali (maiali e polli).
Vespucci trasformò la nave in un’aula scolastica, perché insegnò agli uomini la cosmografia, “mentre le nubi sfioravano i marosi e il vento sferzava le acque, sibilando e ululando tra il sartiame”. ... parlava di carte di navigazione, di astrolabio, di quadrante, ecc. .
Nei quattro mesi e ventisette giorni, durante i quali aveva veleggiato senza sosta a sud dell’equatore, non aveva veduto né l’Orsa maggiore, né la minore. Aveva scoperto molte stelle che non aveva notato nell’emisfero settentrionale.
... Per due mesi l’equipaggio aveva avuto nelle nari soltanto il puzzo del vento umido, impregnato di iodio e di salmastro, l’odor delle vele fradice e del cuoio muffito, del legno zuppo di pioggia, delle botti di olive andate a male, delle vesti sudice e madide di sudore, quel lezzo tipico insomma che fa arricciare il naso, rimescola lo stomaco, e fa di una nave una cantina, più adatta per topi che per uomini. ... Le sorprese geografiche nascoste dietro le numerose insenature della costa erano spiegati come prodigi dovuti a questo o quel santo. I nomi non venivano scelti dal comandante della flotta o suggeriti dai piloti, bensì dal calendario: il 28 agosto, giorno di sant’Agostino, diedero lo stesso nome a un promontorio; era stato un regalo del santo e pertanto apparteneva a lui. Allo stesso modo capo San Rocco e baia di Ognissanti furono detti così perché scoperti rispettivamente il 16 agosto e il 1° novembre. Il 13 dicembre fu dato il nome al fiume scoperto quel giorno. Il 6 gennaio, giorno dei tre re Magi, avvistarono una insenatura, la baia dei Re. Il fiume incontrato il 1° gennaio era il fiume di gennaio, rio de Enero (rio de Janeiro); l’isola scoperta il 20 gennaio fu dedicata a San Sebastian; il porto visto il 22 divenne il porto San Vincenzo.
... per mancanza di pratica da parte dei piloti, e delle cognizioni necessarie a comandare le navi, vengono commessi numerosi errori e gli equipaggi corrono gravi pericoli e i beni del re e dei mercanti sono seriamente minacciati. ... Così, poiché la Corona intende effettuare ulteriori viaggi ed allargare le scoperte, “è necessario che vi siano persone più esperte e meglio addestrate, le quali conoscano le cose utili … affinché coloro che navigano alle loro dipendenze possano navigare sicuri”.
Il re ordinò quindi che tutti coloro che erano al comando di una nave fossero prima stati esaminati da Amerigo, il pilota maggiore. Veniva alla fine consegnato “un certificato di esame e la dichiarazione che ciascuno” aveva le conoscenze necessarie per intraprendere la navigazione con la sua nave. ... aperta una scuola per navigatori; ecco che nasce così la prima scuola nautica spagnola.
Per istruire i piloti erano inoltre necessarie le “carte di navigazione”. In quel periodo c’erano molte carte redatte da più navigatori nelle varie occasioni. Il re stabilì perciò che dovesse essere fatta una unica carta generale. Il pilota maggiore, Amerigo, ebbe il compito di redigere questa carta generale che venne chiamata carta reale, e alla quale poi faranno riferimento tutti i piloti di navi.
Qualsiasi nuova scoperta, successiva, doveva essere comunicata al Vespucci che era anche incaricato di aggiornare la carta reale.