LA CORTESIA DEGLI EQUIPAGGI
alcuni uomini a riva sulla nave scuola Amerigo Vespucci
(foto: sito web Marina Militare)
Ezio, caro marinaio con la voce che solca tutti i mari del mondo, ti voglio raccontare brevemente un fatto che mi è successo una volta a bordo del mio amato Vespucci. Vale la pena di raccontarlo per dirti quanto ho apprezzato la sensibilità delle persone di bordo, dell'equipaggio della Signora dei Mari, che so essere presente anche sulle altre belle navi della nostra Marina.
E’ successo qualche anno fa, ma lo ricordo ancora benissimo per quanto mi ha colpito.
Il Vespucci era ormeggiato a Venezia. Mi sono recata appositamente in questa affascinante città per vederlo, con l’incertezza (ma tanta speranza) che fosse visitabile. Dopo un bel po' di fila sono riuscita a salire, ma era tardi e da lì a poco sarebbe stato chiuso (l'attesa in fila era stata lunga!).
Ho iniziato il mio giro, ammirando tutta l’eleganza e l’ordine, la bellezza e il fascino, perdendomi in quel bel mondo dei velieri. Verso la fine del giro, invece di scendere subito, ho pensato bene di accomodarmi, osservare alberi, pennoni e vele serrate, e telefonare a casa ai miei genitori. Si aspettavano di sapere, appena possibile, se era visitabile ed ero riuscita a salire e poi volevo trasmettere l’emozione provata. Era anche una delle prime volte che riuscivo a mettere piede dopo tante ricerche per conoscere i suoi attracchi.
Ero assorta nella mia telefonata, immersa nell'atmosfera di bordo, e non mi ero accorta che davanti a me, a poca distanza, c'era un marinaio, in divisa, che mi stava guardando. Finita la telefonata si è avvicinato per dirmi che era ora di scendere, che le visite erano finite da un po’!
Ho guardato l'ora ed in effetti era tardi, ho dato una veloce occhiata intorno e … ero l’unica civile ancora a bordo! Che figuraccia! Io ero lì immersa nella mia felicità che stavo trasferendo via telefono, e lui non aveva voluto disturbarmi ... o forse aveva già visto che ero "pazza per il Vespucci" e, come si sa, i matti vanno assecondati!
Mi ha fatto molto piacere questo fatto, lo ricordo ancora a distanza di anni; una gentilezza, una cortesia indimenticabile!
Anche del Palinuro ho un bel ricordo. Quella volta però non ho fatto una figuraccia simile! Il bel veliero ci ha salvate (io e una mia amica) da una bella doccia fredda ed abbondante. Eravamo a Livorno, dopo averlo visitato eravamo scese per ammirare la partenza del Vespucci. All’improvviso è sopraggiunto un forte acquazzone, così siamo corse verso l’unico riparo disponibile … e il Palinuro ci ha accolte nuovamente a bordo dandoci riparo sotto il gran sceicco.
Un grazie va a tutti questi fantastici equipaggi!
Questo testo è stato pubblicato nel sito di "Ezio il marinaio". Trovi alcuni successivi commenti in questa sua pagina:
http://www.lavocedelmarinaio.com/2012/10/la-cortesia-dellequipaggio/
I due fatti che ti ho raccontato vogliono dimostrare la cortesia che ho chiamato “degli equipaggi” perchè riguarda gli uomini della nostra Marina Militare. I complimenti sono estesi perciò a gran parte dei marinai e a tutto il personale che lavora in Marina, non solo a coloro che sono imbarcati!
E' un ringraziamento all'attenzione e al garbo che ho trovato in diversi “marinai”, incontrati sulla mia rotta, o meglio ... a cui sono capitata sulla rotta (poveri loro!) e ti assicuro che ... non c'erano secondi fini: non indosso la minigonna e non sono una ragazza che si nota!
torna indietro