Al molo poi ci stava già attendendo una lunghissima fila di camioncini per il trasporto merci … era arrivato il momento di fare un nuovo carico, quella sera stessa la “mia nave” sarebbe ripartita per un altro viaggio, e noi … purtroppo dovevamo scendere!
23 novembre 2005
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alcuni ponti di Venezia
In definitiva l’intera crociera è stata perfetta, mi è piaciuta molto, e mi sono rilassata e divertita al tempo stesso.
Uno dei momenti particolari della navigazione che ricordo ancora è stato il passaggio dallo Stretto dei Dardanelli, prima di raggiungere Istanbul.
Ogni sera infatti ci veniva consegnato in cabina il giornalino con il programma del giorno successivo.
Sulla prima pagina erano presenti le notizie "dal ponte di comando”, questa era la pagina che osservavo di più. Lì il Comandante indicava le notizie di navigazione: miglia percorse, qualche notizia geografica, ora prevista di arrivo al successivo porto, e se c’era qualcosa di particolare da osservare, fuori dalla nave, durante il viaggio. Quel giorno il giornalino riportava che alle 22.00 avremmo iniziato a percorrere lo Stretto Dei Dardanelli e riportava l’orario presunto di arrivo al punto più stretto.
Naturalmente all’ora prevista io ero sul ponte esterno, tutto intorno a noi il buio (vista l’ora), si vedevano alcune piccole luci lontane sia alla nostra destra, sia alla nostra sinistra. Il bello è stato vedere queste luci che pian piano si avvicinavano sempre di più a noi, e tra loro, quasi a mettersi in mezzo sulla nostra rotta, e poi ad un certo punto vedere dei segnali luminosi, provenienti da terra, rivolti alla nostra nave.
In seguito si è avvicinata la pilotina, il motoscafo del pilota di porto. Questi, nel caso non lo sapessi, è l’esperto che sale a bordo della tua nave per svolgere il suo lavoro oltre che nei porti (arrivo e partenza), anche nei punti difficili della navigazione (canali, stretti, ecc.). Nel proseguire la navigazione sembrava che le due rive si toccassero: eravamo giunti nel punto più stretto. Tutte queste operazioni si sono svolte nel silenzio più assoluto. Che bello, e che pace e tranquillità.
colazione a Kusadasi
(nell'ombra il vassoio con la tazza del caffè)
Sovente ripenso ancora a quando facevo colazione; eravamo lì nella sala con l’ampia vetrata, a volte addirittura all’aria aperta, sempre con vista mare, senza fretta, ad ammirare dei paesaggi bellissimi, lì in mezzo all’azzurro del cielo e del mare nei pressi del porto.
Generalmente infatti si viaggia di notte e si arriva al mattino presto nel porto dove si fa scalo durante il giorno.
Gran parte delle serate le passavo sulla terrazza sul ponte esterno, in mezzo al silenzio e a tutta quella pace.
Alla sera c’erano sempre diversi intrattenimenti musicali o teatrali, si poteva scegliere tra le sale da gioco, i vari piano-bar, praticamente chi ama la compagnia e/o vuole divertirsi lo può fare nei ponti “interni”.
Questo aspetto della crociera però non fa per me, perciò a parte un po’ a teatro, una volta in sala da ballo, perché c’era una brava orchestra che suonava accompagnando artisti che cantavano dal vivo, per la maggior parte del tempo ero invece in coperta.
Infatti per me, che amo i luoghi tranquilli e silenziosi, ci sono anche questi spazi, la nave è talmente grande.
In effetti, è come se la nave fosse stata dei passeggeri, ognuno fa quello che vuole e quando vuole (nel rispetto degli altri naturalmente). A qualsiasi ora del giorno e della notte si può uscire sul ponte esterno, le porte sono sempre aperte.
Puoi andare dove vuoi, senza preoccuparti dell’orario o di chiedere il permesso … e qui però devo fare una precisazione: non dappertutto.
Con la mia curiosità, riguardo soprattutto al funzionamento delle navi (questo era anche lo scopo della mia crociera, non mi interessava prendere il sole), un giorno, dopo che ormai conoscevo già la “mia nave”, ho chiesto al personale dell’ufficio clienti/informazioni se era possibile vedere qualche locale normalmente non aperto al pubblico.
Mi sarei accontentata anche della lavanderia, non pretendevo il ponte comando o la cucina! Ma era una richiesta inusuale e, stupiti, mi hanno detto che non era possibile.
Comunque a parte questa delusione, ho dei bellissimi ricordi.
si scende!
La mattina successiva, quella di arrivo al nostro primo porto … non potevo scendere dalla nave; come si fa ad abbandonare una cosa così bella. Finalmente ero lì, e non ci pensavo nemmeno a scendere. La nave era finalmente mia e dovevo vederla tutta.
“Era mia”: Queste parole ancora oggi mi fanno sorridere.
A tal proposito c’è un aneddoto che devo raccontare: è successo infatti che una sera in ascensore, con noi due turiste, è salito anche un ufficiale (non me ne intendo di gradi, comunque era in divisa, elegante, impeccabile, quindi per me era un ufficiale!). Quando è salito ci ha educatamente salutate; poi, eravamo lì solo in tre, immaginate la scena, e per non fare la “trentina orsa” (so che i Trentini si dice siano “orsi”), mia madre gli ha fatto i complimenti per come la nave era bella e tenuta bene. Il gentiluomo ha ringraziato, ha aggiunto qualcosa, ed ha finito la frase con: “la nave è vostra!”.
Beh! non l’avesse mai detto, devo dire che lì … per fortuna l’ascensore è arrivato a destinazione. Mi veniva da ridere, non stavo più nella pelle “la nave era mia”! Era il mio sogno e lo stavo vivendo.
Ogni occasione poi, durante il viaggio, era buona per ripeterci che … la nave era nostra!
Naturalmente la prima sera è stata tutta dedicata allo studio della nave. E’ proprio come trovarsi in una mini città. Quando a casa leggevo “città galleggianti” credevo fossero solo parole, pubblicità, usate per stupire, ma la realtà è quella lì.
Mi sembrava di essere in un grandissimo hotel a cinque stelle (e forse di più) ed avevo qualsiasi confort sia in cabina, che fuori (bar, ristoranti, piscine, sala da ballo, discoteca, teatro, negozi, biblioteca, palestra, pronto soccorso, chiesa, ecc.).
C’era la possibilità di scegliere tra due ristoranti, ed in uno di questi era disponibile addirittura la pizza appena sfornata, ai vari piano bar c’era musica di diverso genere e in più ore del giorno, stessa cosa nelle sale da ballo, e, dopo cena, il teatro. E che spettacoli! Ogni sera c’era qualcosa di nuovo, erano sempre esibizioni dal vivo, con personaggi e ballerini veramente bravi.
Da lì si poteva ammirare l’intera lunghezza e altezza della nave (m 292, m 60 e 12 ponti) ed ho potuto vedere le operazioni di carico delle valigie (ho visto proprio arrivare e caricare la mia) e degli ultimi generi alimentari (angurie, acqua minerale, birra, cassette di frutta).
Finalmente poi è arrivato il mio turno per l’imbarco, e via di corsa sulla passerella verso l’entrata, controllo dei vari documenti, e poi ecco si entra, e lì … che stupore immenso!
Ero coi piedi nella nave, sulla nave, o forse stavo volando, e … non mi sembrava vero, una nave da sogno e ci stavo entrando (nel sogno): all’entrata ci aspettava una hall come quella di quei grandi hotel che si vedono in certi film, anzi non ricordo di averne mai vista una così bella.
Sono stata accompagnata alla mia cabina e, il tempo di verificare che ci fossero le valigie, e poi via; come facevo a fermarmi lì, la mia curiosità e lo stupore erano troppo grandi per fermarmi in camera.
le provviste
Ma torno un attimo indietro, a terra, al momento del mio arrivo al porto, perché lì in quel momento mi si è presentata davanti questa cosa enorme ... da togliere il respiro. Bellissima, era lì in attesa di far imbarcare i passeggeri. Abbiamo dovuto attendere un po’ prima di salire, si sale a gruppi; a ben pensarci 2.680 persone (i vacanzieri, ai quali poi vanno aggiunte altre 900 persone dell’equipaggio) non possono entrare contemporaneamente!
Nell’attesa del mio turno, impaziente come ero, non riuscivo a stare lì ferma, seduta ad aspettare, e così, curiosando un po’, ho scoperto che c’era una terrazza panoramica.
Piazza San Marco
A chi sta leggendo e queste cose le vive ogni giorno, ci tengo a ricordare che per me era tutto una novità.
C’era la mia emozione, la curiosità, la partenza per le ferie, un insieme di belle sensazioni.
Le mie uniche precedenti esperienze di navigazione erano stati due semplici traghettamenti al Lago di Garda, e non sono sicuramente paragonabili.
La partenza dalla Stazione Marittima di Venezia poi le ha giocato sicuramente a favore. E’ stato stupendo scivolare sull’acqua, attraversando il Canale Della Giudecca, per dirigersi verso Piazza San Marco, e vedere dall’alto dell’undicesimo ponte (undicesimo piano) sia Venezia, sia tutti i turisti. Forse sarebbe più appropriato dire: le formiche che passeggiavano nella Piazza e lungo la riva, e quelle che attraversavano i vari ponti, tutti diversi uno dall’altro, che collegano i vari canali.
Particolare è stato anche vedersi di fronte la famosa Piazza San Marco, mi spiego meglio … ci stavamo dirigendo proprio nella piazza! Ma all’ultimo momento ecco che la nave vira e comincia a prendere la rotta del mare aperto ed acquista velocità.
Questa è stata la più bella crociera che ho fatto, sarà stato grazie alla città di partenza, o per la nave, o forse, con molta probabilità, per il fatto che fosse una novità, l’esperienza nuova tanto desiderata.
La nave era stata varata solo tre anni prima, quindi vi lascio immaginare quanto sia stata “perfetta”.
Si tratta di Costa Atlantica, progettata appunto di recente e quindi migliorata rispetto alle precedenti navi, con molti spazi circondati da vetrate per poter ammirare il panorama; nuova e pertanto pulita, non ancora rovinata, uno splendore di nave.
Costa Atlantica
Ci sono finalmente riuscita, nel luglio del 2003, con il catalogo in mano (e una buona offerta) quell’anno mi sono detta “io vado”, se trovo qualcuno che mi accompagna ... bene, altrimenti … vado da sola! Il desiderio e la curiosità erano troppo forti. Comunque vista la mia profonda convinzione, o testardaggine, ha deciso di venire anche mia madre.
La mia prima crociera, prima perché infatti negli anni seguenti ho ripetuto l’avventura, prevedeva la partenza da Venezia. Il viaggio era di otto giorni, con cinque tappe, lungo il percorso, in Grecia e Turchia.
Katakolon
Per diversi anni, in primavera prendevo il catalogo delle crociere e lo sfogliavo e… sognavo!
I costi non mi permettevano di fare le ferie in quel modo, ed inoltre non ci sarebbe stato nessuno ad accompagnarmi in questa, per me, avventura.
Sono nata e cresciuta in Trentino Alto-Adige, bellissima regione che non lascerei per niente al mondo, ma purtroppo è lontana dal mare. Anche le mie conoscenze sono tutte originarie di qui, e non ho mai trovato qualcuno a cui interessasse fare una crociera, nemmeno al giorno d’oggi in cui partire con una nave ... non vuol certo dire fare come Cristoforo Colombo!
la bellissima Costa Atlantica
LA MIA PRIMA NAVIGAZIONE - la prima crociera
Sono sempre stata attratta dalla navigazione, forse perché da piccola dalla riva del Lago di Garda ammiravo le piccole barche che scivolavano silenziose, e mi passavano davanti con quelle vele di moltissimi colori. Un arcobaleno bellissimo nel blu del lago.
In seguito, a scuola, con lo studio della storia, ho “conosciuto” Cristoforo Colombo e le sue caravelle, le “bisnonne” dei velieri che mi affascinano tanto, e tutti gli altri navigatori. Mi ha sempre incuriosito e affascinato questo mondo di avventurieri, uomini che lasciavano tutto alla ricerca di nuovi Mondi, nuove scoperte.
Viaggiavano in condizioni estreme, a cui non oso nemmeno pensare. Non potevano confidare nell’aiuto dei radar e dei satelliti dei giorni nostri, a volte avevano qualche mappa, spesso nemmeno quella. La nave era composta da un equipaggio inesperto, molte volte fatto di gente che non aveva nulla da perdere. Uomini che sapevano cosa lasciavano, ma non cosa avrebbero trovato, eppure partivano.