Ed invece io adesso vi lascio, perché qui, per il momento, finiscono i miei “appunti di viaggio”.
Quando riguarderò le foto che ho fatto, probabilmente mi verrà in mente ancora qualcosa che adesso, a “ricordi freddi”, non rammento.

E allora tornerò a ripensare a quei bei momenti e … scrivendoli tornerò, probabilmente ad annoiare chi queste cose le vive tutti i giorni, ma spero invece al contrario, a far sorridere chi non ha potuto fare le mie stesse modeste (ma sempre sono) esperienze di viaggio.

17 dicembre 2005

 

 

gabbiano indietro

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traina nave da crociera

al traino - in partenza da Venezia

Comunque poi, una volta raggiunta la terraferma, e una volta fissata alla bitta, si è sentito il rumore di un argano in movimento. Pian piano la cima si muoveva e si tendeva.

Quando la nave è stata così bella immobilizzata, con più cime in varie direzioni, sono potute salire le autorità portuali per le pratiche doganali.
Successivamente è arrivato il nostro turno, e così siamo potuti sbarcare per visitare la città. I passeggeri possono comunque sempre scendere tranquilli, perché la nave così ben bloccata non li potrà mai abbandonare in quel porto.
Mentre stavo osservando il panorama, ad un certo punto, mi sono accorta che c’erano due piccole figure che gesticolavano su una piattaforma nell’acqua.

Guardando meglio ho visto una corda bianca che andava dalla prua della mia nave … da sola in mezzo al mare, verso di loro. Allora ho osservato bene e mi sono accorta che questi due uomini piccoli piccoli (non erano sicuramente dei nani, ma visti dall’alto della nave apparivano piccoli) la stavano tirando verso di loro, con un’altra corda più sottile; per completezza dell’informazione: a volte invece viene recuperata da un gommone, o barca, a seconda di come è attrezzato il porto, e viene portata da questo mezzo a terra.

ormeggio di nave da crociera

gli uomini addetti all'ormeggio

ormeggio di nave da crociera

l'ormeggio

Ma qui, nella seconda crociera un’altra delle mie curiosità è stata soddisfatta.

Era mattina presto, e mi sono avventurata sul ponte esterno per guardare il nostro arrivo nel porto. La nave sembrava già ferma, e l’attracco doveva avvenire a 90° rispetto al molo. In questo porto c’era infatti una passerella/banchina in mezzo al mare, che partiva dalla terraferma, e la nave era affiancata a questa. Per spiegarmi meglio: la nave aveva “parcheggiato in retromarcia”.

Come quella volta che abbiamo ritardato la partenza, di un’ora circa, probabilmente per due passeggeri che erano scesi da soli a fare un giro in città e si erano persi. Siamo stati trainati, come sempre, dalla pilotina fino all’uscita dal porto, ed io naturalmente ero in prima fila ad osservare il paesaggio e le manovre. Quando ci siamo arrivati, mi sono trovata davanti uno spettacolo incredibile.

Era successo che la nostra partenza in ritardo aveva bloccato l’entrata al porto (una nave di quelle dimensioni per muoversi ha bisogno di molto spazio e tempo, non può certo uscire a tutta velocità).
C’erano perciò una trentina di navi, soprattutto di quelle adibite al trasporto di merci, ferme, bloccate nella zona nei pressi della stretta entrata: una vera sorpresa.
Ed io che pensavo che partissero e arrivassero solo poche navi! Nel vedere quella scena, c’era veramente da rimanere a bocca aperta, navi a dritta, a sinistra, davanti, dappertutto, incredibile la quantità e la varietà, oltre che la stazza.

 

 

pilot in un porto

una pilotina

sommergibile a Lisbona

un sommergibile a Lisbona

 

 

 

 

A proposito di manovre, mi è venuta in mente un’altra cosa.
Mi ero spesso chiesta come fanno le navi ad essere “fissate con le corde” alla banchina, con quei tiranti così sempre belli tesi ed equilibrati tra loro.


Alle scuole elementari, mi avevano insegnato solamente che le navi gettano l’ancora quando arrivano a destinazione, e così restano lì, ferme, finché non salpano, ma niente altro. Nessuno mi aveva mai parlato di queste "corde" tese, a prua ed a poppa, legate alle bitte, che tra l’altro, non si offendano gli “uomini di mare”, ma queste ultime, a me sembravano solo degli sgabelli in riva al mare. In più c’è da dire che, (chi non mi conosce già sappia che sono nata e vissuta sempre in Trentino Alto-Adige), avevo visto solo l’ormeggio delle imbarcazioni al Lago di Garda. In questo caso si tratta però di barche di piccole dimensioni, che con una semplice cordicella, gettata dal “capitano”, vengono legate a dei piccoli ganci di ferro posizionati sul molo.

Come da non dimenticare è stata quella volta che mi trovavo sul ponte esterno al mattino presto, e stavamo navigando lungo la costa spagnola nel Mediterraneo.
Intorno a me quasi nessuno, il mare tranquillo (questa volta) ed immenso; sembrava proprio di essere soli.

Ma ecco ad un certo punto, in quella apparenza di solitudine, ho visto un qualcosa che si muoveva nell’acqua; era un branco di pesci. Stavano nuotando verso di noi, in direzione contraria; si trattava di diversi delfini, lì proprio vicinissimi alla nave.

 

 

 

gabbiano

un gabbiano in volo

porto di Malta

l'entrata del porto di Malta

 

 

 

Sono scivolati dolcemente e silenziosamente lungo il fianco della nave.
Li ho seguiti con lo sguardo per un po’, finché ho potuto vederli in lontananza. Ho ancora presente la scena della scia bianca lasciata dalla nostra nave e queste bellissime creature marine che la sfioravano. Peccato non aver avuto con me la macchina fotografica, ma chi se l’aspettava una così bella apparizione.


E spesso è proprio così, quando ti sembra di essere lì in solitudine, e ti sembra di essere l’unico girovago, e che ci sia niente di importante o bello da vedere, ecco che invece appare, magari all’orizzonte, ma a volte anche in vicinanza, un qualcosa: un delfino, un gabbiano, un’altra nave.

Mare mosso, ma non di queste proporzioni, l’ho poi ritrovato anche un’altra volta, con la crociera verso il Nord, sia subito dopo essere usciti dallo Stretto di Gibilterra, sia poi in pieno Oceano.

Mi rendo conto di essere stata fortunata, perché non sono stata male in nessuna delle due crociere. Ho potuto quindi provare, e vedere da vicino, anche questo fenomeno naturale.
Forse questo dipende anche dal fatto che essendo su una nave di grosse dimensioni, e non in un guscio di noce, mi sento al sicuro. Così, di conseguenza, le scene della gente che barcolla, io le ricordo molte carine e divertenti.
Per me quindi è stata un’altra esperienza da non dimenticare.

Malta

il porto di Malta

Il Comandante, dopo un po’, ha dato l’annuncio dell’impossibilità di avvicinarsi al porto, dicendo che le autorità locali non ci avrebbero autorizzato finché il vento non fosse diminuito. Ha riferito che il mare era forza dieci e che comunque saremmo rimasti in vicinanza del porto, in attesa di un miglioramento del tempo.

Non conoscevo ancora le misure della forza del mare, pertanto per me era un numero come un altro. Sì, mi rendevo conto che voleva dire che il vento, e la forza del mare erano potenti, ma non avrei immaginato così tanto. Solo quando sono arrivata a casa ho scoperto che questo voleva dire: vento a 100 Km/Ora e onde alte più di 14 metri.

Sono rimasta un po’ sul ponte esterno ad osservare il mare e queste onde che, rispetto al mattino presto, secondo me erano diminuite; forse in realtà sembravano così, perché da quella altezza (10° ponte) tutto è più piccolo e, forse complice il fatto che non c’era un qualcosa per fare un paragone ... c’eravamo solo noi lì.

In conclusione Tunisi l’abbiamo lasciata in tarda mattinata, senza toccarla, dato che il mare non si era sufficientemente calmato ed ormai, il tempo rimasto non ci avrebbe comunque più permesso di fare l’escursione rispettando la tabella di marcia.

nave da crociera Costa Europa

si sale a bordo

Comunque, tornando alla mia intenzione di raggiungere i ponti più alti, vedevo che le persone davanti a me camminavano come fossero state … ubriache (come sicuramente sarò sembrata anch’io).
Una scena che mi ha fatto sorridere, in alcuni momenti anche veramente comica.

Il fatto più curioso è stato vedere un ragazzo dell’equipaggio, sempre davanti a me, che camminava in modo strano … con la gamba sinistra piegata e la destra distesa, mentre le pareti del corridoio apparivano oblique.
La nave si era fermata, infatti era previsto l’arrivo e lo sbarco al porto di Tunisi per quella mattina. Eravamo arrivati nei pressi di questa città, ed eravamo, probabilmente a motori spenti, fermi in balia del mare e dei venti.

Con i piedi sicuri (all’asciutto!), e con le mani ben fisse ai mobili (per non cadere!), ho deciso, considerato anche che riuscivo a vedere la superficie del mare, e che nessuno dei passeggeri o dell’equipaggio si muoveva,  di tornare a letto per cercare di dormire. Mi ricordo di aver sonnecchiato più volte, finché verso le 6.30, ho deciso di accendere la televisione; naturalmente solo dopo aver osservato nuovamente il mare, che non cessava di farci pesantemente oscillare.
Su un canale italiano stavano trasmettendo le previsioni meteo dell’Italia: mari molto mossi, soprattutto al Sud. Mi ricordo ancora che al telegiornale, stavano parlando di una barca di clandestini, diretta a Lampedusa, in difficoltà, ed affermavano che c’era l’impossibilità di salpare per andare in loro soccorso a causa delle condizioni del mare.
E ci credo! Ero anch’io da quelle parti, e con quel mare lì, e non c’era da scherzare!

Il bello però è stato in seguito, quando sono uscita per recarmi a fare colazione. Il dondolio non era cessato, pertanto bisognava tenersi al corrimano lungo le scale, ed in alcuni momenti anche nel corridoio. E pensare che due giorni prima li avevo proprio notati quei corrimano, e mi ero anche chiesta a cosa servissero!

Dopo qualche secondo, una volta sveglia, mi sono alzata per andare all’oblò. Per la verità ho cercato di alzarmi, perché, con mia grande sorpresa, mi sono resa conto che non si riusciva a stare in piedi.

Ho sempre scelto cabine con finestra, perché mi piace guardarmi intorno, voglio vivere al massimo la mia navigazione, ed inoltre Vi assicuro che è bellissimo arrivare al mattino presto nei porti e vederli … stando comodamente in pigiama!
In questo caso poi si è rivelata una bellissima idea, infatti mi sono alzata per guardare dove eravamo, e cosa succedeva lì fuori, e così mi sono trovata davanti un mare stranissimo.
Considerate sempre che per me era la seconda vera navigazione, e il mare non lo conoscevo ancora bene (nemmeno adesso a dire il vero!), e soprattutto non avevo mai visto, e … sentito, il mare mosso.

 

 

nave da crociera Costa Europa

Costa Europa

oblo nave da crociera

l'arrivo ad un porto visto dall'oblò

 

 

 

 

Da un certo punto di vista era bellissimo, sarà stata la novità, forse in realtà stavo ancora dormendo, o forse sarà stata l’incoscienza, non lo so proprio, fatto sta che sono rimasta incantata a guardare.

Ero affascinata dalla capacità che il mare aveva (ed ha) di creare delle onde enormi dal niente, in un attimo.
Queste onde erano molto “lisce” (credo si tratti dell’onda lunga), sembravano dune del deserto, che si creavano e disfacevano in pochi istanti. E’ una similitudine un po’ strana, me ne rendo conto, solo io potevo pensare al deserto in mezzo al mare!, ma quello mi è venuto in mente al momento e quello mi rammentavano.

Ho fatto così un’altra esperienza: il mare mosso.
Ci trovavamo nei pressi di Tunisi, porto in cui non siamo riusciti ad attraccare proprio per le condizioni meteo e del mare.

E’ iniziato tutto una mattina presto. Verso le 4 vengo svegliata da alcuni strani scricchiolii e un tonfo regolari, ai quali, durante il sonno, si era aggiunta la sensazione di dondolare.
Ci ho messo un momento a capire dove mi trovavo e, ancora addormentata, confesso che il primo pensiero è andato … al giubbetto di salvataggio. Mi trovavo in cabina da sola, nel bel mezzo del sonno, svegliata di soprassalto, in una situazione del tutto nuova.
In quella crociera, fino a quel momento, mi era sembrato di essere una vera signora: avevo la cabina tutta solo per me. Eravamo partite infatti in tre, prenotando due cabine vicine. In quel frangente, man mano che mi si aprivano bene gli occhi, ho cominciato a riflettere, e mi sono resa conto che non avevo sentito suonare la sirena d’allarme, ed inoltre, ascoltando attentamente non si sentiva muoversi alcuno, né nel corridoio, né nelle cabine vicine. Quindi non c’era da preoccuparsi! Era tutto tranquillo e silenzioso … a parte quei rumori regolari!

mare mosso

il mare di Tunisi

Appunti di viaggio: MARE MOSSO, MA NON SOLO QUELLO!

 

gabbiano su nave da crociera

 

 

Vista la bellissima “avventura” vissuta con la mia prima crociera (da turista), di cui ho già raccontato alcune vicende ed impressioni in un precedente scritto, ho pensato bene di ripeterla.
Per altre due volte, in anni diversi, ho colto le occasioni offerte da una nota Compagnia specializzata in crociere, per fare le mie ferie nel massimo relax, e per avere altre occasioni per soddisfare sempre di più la mia curiosità riguardo alle navi.

La prima delle due era di quelle brevi, aveva la durata di cinque giorni; direi proprio un momentino di rilassamento per affrontare l’arrivo della primavera (era metà aprile). La seconda invece era di dieci giorni e prevedeva l’uscita dalle mitiche “Colonne d’Ercole”.