IL VENTO E IL PLATANO SECOLARE |
Questo testo l'ho scritto principalmente per la pubblicazione nel sito di Ezio, pertanto troverai vari riferimenti specifici per www.lavocedelmarinaio.com |
Ciao Ezio, a volte si dice: buon vento! Ma è anche vero che il vento … è una forza della natura! Ho fatto alcune foto al vecchio platano (aveva tra i 150 e 160 anni), che è caduto venerdì, sradicato dal forte vento che ha imperversato nei giorni scorsi. Si trovava presso il ponte, che collega Villa Lagarina con Rovereto, sul fiume Adige. La sua storia, quella “classica” che si legge nei libri, ci racconta che lì ci si fermava per pagare il dazio; che era nato in territorio allora austriaco; che il vecchio ponte che lui affiancava venne bruciato per ostacolare l’avanzata di Garibaldi; che dominava su un porto fluviale; che aveva osservato il lavoro quotidiano di un traghettatore impegnato a collegare le due rive del fiume; che, che, che … Io lo ricordo invece semplicemente perché sono cresciuta con lui. Era un bel colpo d'occhio, era impossibile non notarlo! Mi ha sempre colpito per la sua bellezza, la sua forma, la sua forza e la sua imponenza. Gli ho fatto diverse foto nelle varie stagioni, quando dimostrava costantemente la sua bellezza, la sua forte presenza … vedetta solitaria, sempre attenta e presente, di quel ponte che segna anche il confine tra due Comuni. Era proprio un albero particolare! Ultimamente era ammalato, gli erano stati amputati due grossi rami perché arrecavano pericolo. L’altro giorno il vento lo ha accarezzato come spesso faceva, nel suo scorrere lungo la vallata, questa volta però … un po’ troppo pesantemente, e lui non ha resistito. Dopo tanti anni di costanza, questa volta ha ceduto! La notizia ce l’ha data, tristemente (lo ammetto!), mio zio che abita vicino. Una specie di sconforto ci ha assaliti subito tutti! Hai presente quando senti subito quella sensazione di qualcosa che ti viene a mancare, di qualcosa che "fa quasi parte di te", che sei abituato a vedere tutti i giorni? Che impressione vederlo così inerme, sofferente, sradicato e adagiato sulla sponda del suo fiume, con i rami e i germogli immersi nell’acqua, quell’acqua che nei momenti di piena lambiva il suo tronco; quanta ne ha visto scorrere incessantemente davanti a sé nei suoi 150 anni e più. C'era la processione! Molte persone venivano a "salutarlo" (o a curiosare!), sembrava impossibile che quell’opera della natura non ci fosse più. Era uno storico albero che faceva parte del panorama, ma anche di me e della vita di tanti di noi! Ora, guardando verso il posto che occupava, c’è ... il vuoto!
(marzo 2015) |
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