Mayday - la richiesta di aiuto.
Tutte le navi, nonché gli aerei, in caso di immediato pericolo di naufragio, di caduta o di collisione, trasmettono via radio un segnale: il "Mayday".
Si tratta di una parola, riconosciuta da tutti come messaggio di richiesta di aiuto, che deve essere ripetuta tre volte ed alla quale poi segue il messaggio parlato della richiesta di aiuto.
Questo termine deriva dal francese "m'aidez", che significa "aiutatemi", e che si pronuncia "medè". In inglese, di conseguenza, è poi stato recepito come mayday.
Venne introdotto nel 1927 nella International Radio Telegraph Convention. Quando si sente questo segnale tutte le comunicazioni radio devono essere interrotte per lasciare spazio al messaggio di aiuto ed ai soccorsi. Dopo la parola Mayday segue sempre il nome del natante o del velivolo, ed anche questo viene ripetuto tre volte.
La scala esterna sugli antichi velieri.
La scala che permette di raggiungere il cassero o il castello ha una forma particolare. Alla base è più larga e va restringendosi man mano che si sale.
Questo consentiva, sugli antichi velieri, di proteggere meglio il vascello durante gli assalti, impiegando meno persone dell'equipaggio. Era sufficiente un solo spadaccino, posto sul castello o sul cassero, per difendere dall'alto quel ristretto passaggio.
La Nina aveva lo scafo un po' più corto di quello della Santa Maria; era armata con vele quadre alla trinchetta ed alla maestra, e vela latina alla mezzana.
Per quanto riguarda la Caracca vera e propria, di cui la Santa Maria era "l'erede", le sue dimensioni erano: lunghezza metri 28 fuori tutto, lunghezza della chiglia metri 26, e larghezza metri 10,40. Si trattava di un bastimento da carico, di alto bordo, a quattro o cinque coperte. Aveva due castelli rilevati, a poppa ed a prua, tre alberi e vele quadre, gabbie e parrocchetti, e la mezzana latina; la portata era di 2.000 tonnellate. Veniva usata prevalentemente per il traffico, e solo qualche volta in guerra. Questo veliero della fine del 1300 verrà usato per circa duecento anni, e si evolverà nel Galeone.
Le caravelle di Cristoforo Colombo.
Due sole delle navi usate da Cristoforo Colombo erano in realtà Caravelle: la Pinta e la Nina. La Santa Maria, l'ammiraglia della flotta, aveva invece le caratteristiche di una Caracca ed era lunga poco più di 20 metri (probabilmente: lunghezza 24 metri fuori tutto e larghezza di 8 metri); da notare che era la più grande delle tre!
Le Caravelle sono "vissute" nel XV e XVI secolo ed erano navi da traffico. Il loro dislocamento era tra le 100 e le 300 tonnellate. Erano dotate di tre alberi e il bompresso, e di vele latine, e spesso avevano le vele quadre agli alberi prodieri. Erano basse sull'acqua, di poco pescaggio, inoltre erano strette e leggere.
La portaerei.
L'atterraggio su una portaerei si chiama appontaggio.
Il primo decollo dal ponte di una nave è avvenuto il 14 novembre 1910 dalla baia di Hampton Roads. La nave era l'incrociatore americano Birmingham. Il 18 gennaio 1911 invece avviene il primo appontaggio: sull'incrociatore corazzato Pennsylvanya.
La prima nave portaerei effettiva è stata però la Furious ed è entrata in servizio nell'estate del 1917.
La prima portaerei a propulsione nucleare è americana, si tratta della Enterprise, ed è stata varata nel 1960. L'ultima è la Ronald Reagan, che è stata impostata nel 1998 ed è entrata in servizio recentemente. Le sue dimensioni sono: lunghezza m. 350, larghezza m. 40, dislocamento t. 105.000, autonomia di un milione di miglia, equipaggio di oltre 6.000 uomini, ed oltre 100 aeromobili imbarcati.
Il Giornale di bordo.
La normativa che sancì l’obbligo di avere a bordo il “Giornale” entrò in vigore nel dicembre 1751, nel Regno delle Due Sicilie. Essa stabiliva che: "... tutti i Capitani e Padroni, dovranno tenere un Giornale. In esso dovranno riportare tutta la navigazione, dal giorno della partenza fino al compimento di ogni viaggio, gli incontri che avranno avuti, le notizie dei corsari, e ogni altra nota, nonché ogni mancanza di qualunque marinaro ed ogni loro disubbidienza ...".
Il salvagente e il giubbotto di salvataggio.
Il salvagente fu inventato da Leonardo da Vinci. Lo disegnò tra il 1487 e il 1490. Negli stessi anni progettò anche lo scafandro, i pattini per camminare sull'acqua e i guanti palmati (erano dei guanti in pelle che venivano legati intorno al polso e servivano, imitando i palmipedi, a nuotare più veloci).
Il giubbotto di salvataggio venne invece inventato dal capitano inglese John Ross Ward nel 1851. Questi aveva creato una veste di sughero che veniva indossata dall'equipaggio.
Precedentemente i marinai norvegesi usavano già le giacche, simili a queste vesti, formate da blocchi di legno e sughero legati assieme.
Il salvagente e il giubbotto di salvataggio in uso oggi, che hanno ovviamente preso spunto da queste invenzioni, sono fatti di sughero massiccio o di poliuretano espanso e possono avere luci di segnalazione ad accensione automatica.
Sul giubbotto è inoltre presente un fischietto. L'ultimo modello brevettato da una società spagnola, l'SSP-LHA (sistema de seguimento personal y localizacion hombre al agua), comprende anche un Gps che permette di localizzare il naufrago.
L'Angelo e l'acqua alta a Venezia.
Sul campanile di San Marco a Venezia, che è alto 96 m., c'è una statua dorata raffigurante l'Arcangelo Gabriele. Questa è alta 3 m. e, dato che è girevole, si muove grazie agli alisei (venti costanti); sono le ali poste sulla schiena che fanno da vele e provocano il movimento. Quando l'angelo guarda verso la basilica, cioè c'è vento di scirocco, i Veneziani sanno che è meglio prepararsi: è il segnale che con molta probabilità arriverà l'acqua alta.
il campanile di San Marco e l'angelo dorato
Nave mercantile: il comandante.
Non ci avevo mai pensato prima, ed ho scoperto, che il comandante di una nave (l'articolo che ho letto parlava di quella mercantile) ha molte "cariche" e deve svolgere numerose attività. Queste sono disciplinate principalmente dai vari articoli del Codice della Navigazione; non c'è però solo questo, si devono aggiungere anche tutte le leggi, i regolamenti e le convenzioni, anche internazionali, che, a questo punto, se finite di leggere questa curiosità, ... trasformano il comandante in una persona "fuori dal normale" (in senso buono!).
Ha "titoli" diversi a seconda delle dimensioni e delle funzioni della nave: capitano superiore di lungo corso, capitano di lungo corso, aspirante capitano di lungo corso, padrone marittimo, marinaio autorizzato, capobarca, conduttore per il traffico locale e la pesca costiera.
Il comandante è il responsabile della condotta della nave, è dipendente ed è rappresentante dell'armatore, è il capo della spedizione marittima. Essendo il responsabile della condotta della nave, ha la direzione della manovra e della navigazione. In caso di abbandono della nave deve osservare specifiche norme. Ha l'obbligo di assistenza e salvataggio. Prima della partenza e durante il viaggio ha altri doveri: prima della partenza, se non ha già provveduto l'armatore, deve far eseguire le visite e le ispezioni alla nave sia per la sicurezza della navigazione, sia per eventuali lavori ordinati dalle autorità; deve verificare che la nave sia adatta al viaggio e che sia armata ed equipaggiata, oltre che ben stivata e caricata; esegue gli adempimenti sanitari, e quelli doganali, il pagamento delle tasse e dei diritti portuali o consolari, dei canoni per il pilotaggio e le eventuali ... multe. Per quanto riguarda il "dopo la partenza", il comandante deve avere a bordo tutti i documenti necessari sia della nave, sia dell'equipaggio, nonché dei passeggeri e del carico. Ha il compito della regolare tenuta dei libri di bordo. Deve occuparsi del rifornimento di qualsiasi cosa indispensabile che scarseggia o manca; in quest'ultimo caso ha il potere di chiedere assistenza anche alle navi che si dovessero trovare sulla stessa rotta.
Nel caso di persone morte, o scomparse, ha l'onere di custodire i loro oggetti fino al primo porto di attracco. E' dovere del comandante assicurare la salvezza di tutto ciò che riguarda il suo viaggio, e per questo ha la facoltà di approdare in qualsiasi porto o chiedere l'aiuto ad altre navi. A sua volta ha l'obbligo di soccorrere le navi in pericolo, o di mettersi a disposizione, se richiesto, delle autorità marittime sempre per soccorrere naufraghi o navi in pericolo. Il comandante della nave rappresenta l'armatore; nei confronti del carico, o degli interessati al carico, ha grossi poteri come ad esempio la vendita della nave se ritenuta non più idonea alla navigazione durante il viaggio. Quando la nave è in navigazione, o isolata dalla terraferma, il comandante ha inoltre i poteri degli organi di Stato o dei funzionari pubblici di terra. Per i reati commessi a bordo si sostituisce alla polizia giudiziaria; ha funzioni notarili (testamento), di ufficiale di stato civile (matrimonio in caso di imminente pericolo di vita di uno degli sposi, nascita, morte, scomparsa). Da non dimenticare inoltre che, naturalmente, ha il potere gerarchico sull'equipaggio e disciplinare riguardo a tutte le persone a bordo.
Si tratta in conclusione di una persona molto singolare per le molteplici competenze e conoscenze, e che, in aggiunta a questo, con le sue disposizioni, potrebbe trovarsi a dover decidere della vita del proprio equipaggio.
Il miglio marino.
Il miglio marino è l'unità di misura delle distanze e corrisponde a 1.852 metri.
La Terra infatti è suddivisa in meridiani e poiché un meridiano terrestre è 40.009 Km ed è diviso in 360°, cioè 21.600' (cioè 60' in un grado, moltiplicati per 360°), si ha che ad 1' corrispondono 1.852 metri (40.009:21.600).
Paralleli e Meridiani.
I paralleli sono circoli immaginari paralleli all'Equatore. I meridiani sono circoli immaginari passanti per i Poli.
Non sono "righe" reali, ma sono stati stabiliti convenzionalmente e pertanto possono essere tracciati in numero a piacere; normalmente sono segnati quelli a distanza di un grado uno dall'altro, ma si può trovare un'altra suddivisione più (o meno) dettagliata a seconda della scala della carta geografica. I meridiani e i paralleli formano il "reticolato geografico", fanno cioè una griglia di riferimento. Questi incroci permettono la determinazione della posizione esatta di un determinato punto sulla Terra.
I Tropici sono dei paralleli posti a 23° 27' latitudine Nord (Tropico del Cancro) e Sud (Tropico del Capricorno). L'Equatore è al centro del Globo Terrestre ed è perpendicolare all'asse di rotazione della Terra. I Circoli Polari sono dei paralleli tracciati alla latitudine 66° 33' Nord (Circolo Polare Artico) e Sud (Circolo Polare Antartico) e questi segnano le "calotte polari".
Il sottomarino e il sommergibile.
un sottomarino arriva nel porto di Lisbona
Ascolta
L'INNO DELL'OTTOBRE ROSSO
(accendi le casse acustiche)
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L'INNO DEI SOMMERGIBILISTI
(Banda della Marina Militare Italiana)
Il vocabolario li descrive come "tipo di NAVE".
Sinceramente, a me che non sono un'esperta, questa definizione al primo impatto ha fatto sorridere: un sommergibile è una nave?
In realtà sono stati studiati per navigare per lunghi periodi in immersione, ma pur sempre navigare è! Possono immergersi fino a 300 m di profondità; quelli piccoli, destinati alle ricerche subacquee, possono addirittura raggiungere i 3.000 m.
Il sottomarino è simile al sommergibile (entrambi hanno strutture longitudinali e trasversali), ma la loro più evidente differenza è nella forma dello scafo che è a "goccia" oppure a "nave". Il sommergibile naviga generalmente in superficie, il sottomarino invece si muove soprattutto in immersione. I sottomarini sono fatti da uno scafo a sezione circolare che resiste alle alte pressioni e generalmente navigano in superficie solo per gli spostamenti nei porti. Possono essere sia tradizionali (motore a combustione interna diesel - elettrico), che a propulsione nucleare. La velocità in immersione è superiore ai 30 nodi.
La curiosità sta nel fatto che questo mezzo di navigazione funziona come una "classica" nave (cioè galleggia, ecc.), ma all'occorrenza può anche "affondare"; è stato studiato, e funziona, con due particolarità tra loro opposte!
Se vuoi vedere qualche foto del sommergibile Dandolo, conservato nell'Arsenale Militare di Venezia fai click qui.
Qui a fianco trovi il link per ascoltare uno dei brani musicali del film "Caccia a Ottobre Rosso".
Il protagonista principale è il grande attore Sean Connery.
Io l'ho visto principalmente per ammirare un'altra delle sue perfette e belle interpretazioni! In questo film era l'affascinante Comandante di un sottomarino russo.
E qui trovi le parole.
La mitologia racconta che la flotta guidata da Teseo si era accordata con Egeo, re di Atene e padre di Teseo, che al ritorno dall'impresa contro il Minotauro avrebbe segnalato l'esito della spedizione al suo arrivo, ancora dal mare, innalzando le vele bianche in caso di vittoria e quelle nere in caso di sconfitta. Teseo al ritorno, nell'euforia della vittoria, per errore fece
innalzare le vele nere. Egeo, che attendeva il loro ritorno, e poteva ammirare il mare dal tempio costruito sulla cima di Capo Sounion, vedendo le vele nere immaginò che il figlio fosse morto. Per il dolore si gettò in mare e morì. A quel mare venne quindi dato il suo nome.
E' tradizione che tutte le navi che passano nei pressi di Capo Sounion suonino la sirena in onore di Egeo e di tutti i naviganti.
Questo tempio è ben visibile dal mare e, al ritorno della mia crociera, ci sono passata: il comandante ha rispettato la tradizione!
La velocità della nave: i nodi.
La velocità della nave si misura in nodi e questo termine ha un'origine antica.
Una volta, quando non c'era ancora la nostra tecnologia, la velocità veniva calcolata con il solcometro a barchetta. Questo strumento era fatto da una sagola (corda) e da una tavoletta, la barchetta, che per evitare che restasse a galla, veniva zavorrata con un peso su un lato. La sagola veniva annodata ed i nodi erano tutti ad una distanza fissa. Mentre la nave procedeva, filando in mare il solcometro a barchetta, si potevano contare i nodi della sagola che venivano "trattenuti" dalla tavoletta, in 30 secondi, a causa della resistenza dell'acqua. Il numero risultante dava l'unità di misura della velocità della nave. La velocità di una nave si misura sia in nodi, sia in "miglia per ora".
Il termine BOZZA.
Il termine "bozza" che si usa normalmente nei documenti d'ufficio, e che indica una "brutta copia", deriva dal termine usato in marina.
BOZZA è infatti un pezzo di fune o di catena che serve a trattenerne PROVVISORIAMENTE un altro, finché non viene definitivamente fissato.
Il faro.
E' stato ideato tra il 300 A.C. e il 28 A.C. in Alessandria d'Egitto. E' nato dall'idea di segnalare il porto di questa città per mezzo di una grande torre, che fosse visibile anche da lontano. Il costruttore fu un mercante greco ed era alta 134 metri. In cima era posta una luce che si notava fin da 48 Km di distanza.
Durante il giorno la luce "usata" era quella del Sole riflessa da grandi specchi, mentre di notte venivano appositamente accesi dei fuochi. Questa torre era stata costruita su una piccola isola, che si chiamava ... PHAROS ... e quindi da questa ha preso il nome. Questo primo faro, che ha funzionato per 16 secoli, fu distrutto in seguito a due terremoti (1303 e 1323); era considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico.
Oggi, ogni faro emette un raggio di luce intermittente con una determinata frequenza. I naviganti possono così identificarlo distinguendolo dagli altri fari.
La nave Belle Poule.
Questo è il nome della nave francese che da Sant'Elena riportò in Patria le spoglie di Napoleone nel 1840. La cosa curiosa è che lo scafo era tutto verniciato di nero.
Il colore degli scafi delle navi.
Le imbarcazioni, in linea generale, hanno lo scafo di colore bianco. Tale colore viene usato perché è molto più visibile in mare rispetto al nero.
Al contrario le navi militari, che vengono infatti anche chiamate navi grigie, hanno la necessità di mimetizzarsi. Il loro colore di norma è pertanto il grigio, che si nasconde bene nella nebbia, nella foschia e nell'evaporazione verso l'orizzonte.